Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dal Governo nell’ambito del Programma europeo Next Generation UE in risposta alla crisi pandemica, prevede all’interno della Missione 4 – Istruzione e ricerca la riforma della legislazione degli alloggi per gli studenti universitari (Riforma 1.7).
Si prevede in particolare che: “La misura si basa su un’architettura innovativa ed originale, che ha l’obiettivo di incentivare la realizzazione, da parte dei soggetti privati, di nuove strutture di edilizia universitaria attraverso la copertura anticipata, da parte del MUR, degli oneri corrispondenti ai primi tre anni di gestione delle strutture stesse.
L’obiettivo è quello di triplicare i posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40mila a oltre 100 mila entro il 2026.
Questa misura sarà resa possibile attraverso la revisione dell’attuale legislazione in merito alla realizzazione degli alloggi per studenti (L. 338/2000 e D.lgs. 68/2012).
Le principali modifiche previste sono le seguenti:
Questa riforma, stando al timing del PNRR, dovrebbe essere varata dal Ministero dell’Università entro la fine del 2021.
Si ricorda che attualmente a livello statale la materia è regolata da:
Nell’ottica di fornire un quadro di riferimento operativo, l’Ance, in un apposito dossier, fa il punto sulla normativa urbanistico-edilizia che regola la realizzazione delle residenze universitarie. La ricognizione e l’analisi della legislazione statale evidenzia che queste strutture, se realizzate con risorse esclusivamente private, non sono assoggettate agli standard del DM 936/2016 e devono rispettare le indicazioni della normativa regionale o comunale di riferimento.
Dal dossier emerge un quadro normativo estremamente eterogeneo e complesso, che varia da Regione a Regione e da Comune a Comune e che necessiterebbe, con l’occasione della riforma prevista dal PNRR, di una legislazione omogenea a livello nazionale anche per le strutture residenziali universitarie realizzate con risorse esclusivamente private.
Fonte: ANCE