Avrebbe dovuto essere l’anno dell’inversione di tendenza, ma così non è stato. Il 2017 è stato per il settore delle costruzioni un anno di grande delusione soprattutto considerate le grandi aspettative di tutti gli operatori del settore.
Lo ha evidenziato l’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni a cura della Direzione Affari Economici e Centro Studi dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE).
Dopo un decennio di segno negativo, erano tante le aspettative per un cambio di tendenza che avrebbe dovuto portare un’iniezione di fiducia per il 2018. Il 2017 si è, invece, chiuso ancora in negativo con un -0,1% di investimenti in costruzioni che porta il saldo 2007-2017 a -36,5%, con un -64,2% se consideriamo solo il settore delle nuove costruzioni.
I dati Istat relativi ai permessi di costruire riferiti all’edilizia residenziale e non, che possono essere considerati anticipatori della produzione futura, manifestano prime variazioni positive, lasciando intravedere l’avvio di una ripartenza per questi comparti.
Anche le quantità di cemento consegnate, secondo stime Aitec, dopo 10 anni consecutivi di decrementi ed una perdita complessiva del 60% dei volumi, hanno registrato, nel 2017, una crescita dello 0,4% rispetto all’anno precedente ed un ulteriore aumento dell’1% è previsto per il 2018.
Sul fronte dell’occupazione, i dati non danno ancora evidenza di una tendenza univoca e ben delineata. Nei primi nove mesi del 2017, il numero di occupati nelle costruzioni si attesta sui bassi livelli dello stesso periodo dell’anno precedente (+0,1%). Tale risultato deriva da una dinamica altalenante: dopo un inizio di anno lievemente positivo (+0,6% rispetto al primo trimestre 2016), il numero di occupati si riduce nei tre mesi successivi (-2,1%) per poi tornare positivo nel terzo trimestre 2017 (+1,8%).
Dall’inizio della crisi, il calo complessivo per il settore è stato di circa 600mila occupati.
Come sottolineato dall’ANCE, su tale dinamica incide, in modo preponderante, il dato ancora fortemente negativo delle opere pubbliche, comparto che invece avrebbe dovuto trainare la ripresa degli investimenti in costruzioni, date le importati misure di rilancio per le infrastrutture previste dal Governo già nella Legge di Bilancio del 2017. Queste misure, tuttavia, non hanno decisamente prodotto gli effetti sperati, a causa dell’incapacità di tradurre in cantieri le risorse disponibili e per l’inefficienza nelle procedure di spesa da parte della Pubblica Amministrazione.
Il 2018 potrebbe davvero rappresentare l’anno di svolta per il settore delle costruzioni. La previsione Ance è di un aumento degli investimenti in costruzioni del 2,4% su base annua. Questo nuovo trend sarà guidato dal prolungamento della crescita del comparto della riqualificazione del patrimonio abitativo, dall’importante e atteso cambio di segno nelle opere pubbliche – dopo oltre un decennio di forti cali – e dall’auspicato recupero dei livelli produttivi nella nuova edilizia abitativa. A ciò si aggiunga il consolidarsi della ripresa del comparto non residenziale privato