Aliquota agevolata Imu sull’abitazione principale: c’è molta confusione su questa tematica. Soprattutto tra le varie regioni. Prova a fare ordine la Corte di Cassazione. Se marito e moglie vivono nella stessa abitazione, ma l’uomo ha la residenza in un altro comune, vale l’aliquota agevolata per abitazione principale?
Marito e moglie vivono insieme in una casa. Ma la donna e l’uomo hanno due residenze diverse. La scelta dell’uomo sarebbe stata giustificata da esigenze lavorative. In primo appello, è stata emessa la sentenza della Ctr che accoglieva il ricorso della donna e riteneva validi i motivi affinché la donna e l’uomo beneficiassero dell’aliquota Imu agevolata.
Si deve andare indietro nel tempo fino al 2011 e quindi al decreto numero 201 per leggere quando si applica l’aliquota agevolata sull’Imu (ex Ici). “L’imposta municipale propria non si applica al possesso dell’abitazione principale e delle pertinenze della stessa, ad eccezione di quelle classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 (…) – si legge nel decreto – Per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore ed il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente”.
Questo vuol dire che nella stessa casa devono dimorare sia il possessore che il suo nucleo familiare e che tutti devono avere lì la residenza anagrafica. Dall’1 gennaio 2016, la base imponibile dell’imposta municipale propria “è ridotta del 50% per le unità immobiliari, fatta eccezione per quelle classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, concesse in comodato dal soggetto passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado che le utilizzano come abitazione principale, a condizione che il contratto sia registrato e che il comodante possieda un solo immobile in Italia e risieda anagraficamente nonchè dimori stabilmente nello stesso comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato”. Nel caso analizzato, dunque, marito e moglie non hanno diritto all’aliquota agevolata.