Un’offerta con prezzo pari a 0 non può essere esclusa automaticamente. Prima di decidere, l’Amministrazione aggiudicatrice deve chiedere spiegazioni al concorrente. È questa la conclusione cui è giunta la Corte di Giustizia dell’Unione Europea con la sentenza C-367/19 del 10 settembre 2020.
La Corte di Giustizia UE si è pronunciata su un caso sorto durante una gara per l’affidamento di un servizio di accesso alla rete informatica.
L’Amministrazione aggiudicatrice aveva stimato in circa 40mila euro il valore dell’appalto ed escluso l’offerta presentata da uno dei concorrenti, che riportava un prezzo finale pari a 0.
Il concorrente escluso aveva però presentato ricorso contro la sua esclusione, generando un contenzioso su cui i giudici interni hanno interpellato la Corte Ue per verificare la compatibilità con la normativa sui contratti pubblici.
La Corte di Giustizia UE ha spiegato che le Amministrazioni aggiudicatrici devono trattare gli operatori in modo non discriminatorio, agendo in maniera trasparente e proporzionata.
Se un’Amministrazione ha il dubbio che un’offerta sia “anormalmente bassa”, deve chiedere al concorrente che ha presentato l’offerta spiegazioni:
– sull’economia del processo di fabbricazione dei prodotti, dei servizi prestati o del metodo di costruzione;
– sulle soluzioni tecniche prescelte o sulle condizioni eccezionalmente favorevoli in grado di incidere sul prezzo offerto;
– sull’originalità dei lavori, delle forniture o sei servizi;
– sull’eventualità che l’offerente ottenga un aiuto di Stato.
I giudici europei hanno concluso affermando che, dopo aver valutato le motivazioni addotte dal concorrente, l’Amministrazione può respingere l’offerta solo se le spiegazioni non giustificano in modo sufficiente il basso livello dei prezzi o dei costi proposti.