Si chiama ‘Caserme Verdi – Strategie innovative tra ingegneria e architettura: un’opportunità per il Paese’ il progetto per l’ammodernamento del parco infrastrutturale dell’Esercito.
Il progetto ‘Caserme Verdi’ prevede la realizzazione di basi militari di nuova generazione efficienti, funzionali, pienamente rispondenti alle normative vigenti e ispirate a nuovi standard e secondo criteri costruttivi innovativi di modularità, rapidità costruttiva, basso impatto ambientale e ridotti costi di manutenzione.
Il cronoprogramma prevede la realizzazione del progetto nell’arco di 20 anni con un investimento complessivo stimato in 1,5 miliardi di euro.
L’iniziativa è stata presentata mercoledì a Roma, presso lo Stato Maggiore dell’Esercito, in un webinar curato assieme agli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri di Roma in coordinamento col Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) e il Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC).
“Prendiamo atto con soddisfazione – ha detto Armando Zambrano, Presidente CNI – di come questa collaborazione tra Esercito e professionisti stia crescendo. Ciò rappresenta un fattore molto importante. Mettere a disposizione della collettività con continuità le caserme è un fatto di particolare rilevanza, in quanto elemento fondamentale nel processo di rigenerazione urbana. Ora bisogna ragionare su come realizzare questi processi nel minor tempo possibile. In questi giorni si sente dire spesso che l’Italia ha bisogno di progetti, soprattutto in vista del Recovery Fund. Ecco, questo è un ottimo esempio di progetto per il Paese”.
Tra i relatori, Giovanni Cardinale, vice-presidente CNI, si è soffermato sui processi di rigenerazione urbana e sicurezza strutturale. Il Presidente del CNAPPC, Giuseppe Cappochin, ha sottolineato l’importanza dello strumento del concorso per l’assegnazione di questo genere di progetti. Sono intervenuti anche l’architetto Stefano Boeri e il sociologo Domenico De Masi.
Le conclusioni dei lavori sono state tratte dal Gen. di C.A. Salvatore FARINA (Capo di Stato Maggiore dell’Esercito) che ha fortemente voluto il coinvolgimento degli ingegneri e degli architetti in questo progetto.