Finanziare l’autorecupero degli edifici abbandonati con 400 milioni di euro. È l’obiettivo del disegno di legge presentato dal Movimento 5 Stelle.
Il ddl che ripropone i contenuti presentati, senza esito, l’anno scorso e anche nel 2016, mira alla risoluzione del disagio abitativo attraverso la creazione di nuovi alloggi senza consumo di suolo. Ma non solo, perché gli interventi di recupero ridurranno le situazioni di degrado urbano e miglioreranno la prestazione energetica e la sicurezza degli edifici.
Il disegno di legge propone l’istituzione di un Fondo con una dotazione di 10 milioni di euro per l’anno 2018 e a 390 milioni di euro per l’anno 2019, da destinare ai comuni che abbiano previsto bandi o altre procedure amministrative per l’erogazione di contributi in favore di programmi di autorecupero.
Il Fondo finanzierà i lavori di messa in sicurezza eventualmente necessari, la progettazione degli interventi, le procedure di gara e di affidamento dei lavori, l’acquisto dei materiali e le certificazioni.
I Comuni entro due anni dall’entrata in vigore della legge dovranno provvedere al censimento degli immobili abbandonati pubblici e privati e delle aree da destinare a programmi di recupero, che potranno prevedere la partecipazione di gruppi di autorecupero.
I gruppi di autorecupero saranno creati tra associazioni di cittadini che necessitano di un’abitazione. Dopo aver partecipato ai lavori di ristrutturazione, otterranno l’immobile in comodato d’uso per un periodo di diciotto anni.
I proprietari dell’immobile avranno invece la possibilità di ristrutturarlo gratuitamente mettendolo poi a disposizione del gruppo di autorecupero. Al termine del periodo di comodato previsto dal ddl, potranno tornare in possesso di un edificio in pieno stato di conservazione.
Gli interventi strutturali di messa in sicurezza statica e di riduzione della vulnerabilità sismica degli edifici oggetto di autorecupero sono di competenza del Comune in cui è localizzato l’immobile.
Le opere interne agli immobili, comprese quelle relative agli impianti interni e alla loro messa a norma, e tutte le altre opere non relative alle parti comuni e strutturali degli immobili sono di competenza dei gruppi di auto recupero che potranno ricorrere a ditte o a professionisti esterni, con particolare riferimento alle piccole imprese e agli artigiani presenti nel territorio.